Percorsi di riappropriazione artistica.

Nell’incubatore museo qual è il ruolo del visitatore oggi? E quale invece quello dell’artista?
Come poter far dialogare e interagire tra loro queste due figure apparentemente contrapposte?
Quando e dove finisce il messaggio dell’opera esposta e comincia il pensiero di chi la osserva?

L’obiettivo del laboratorio è quello di proporre strumenti che possano attivare la coscienza dello spettatore, mostrando le potenzialità della sua presenza fisica e immaginifica davanti all’opera d’arte esposta.

Riportare il visitatore al centro del museo, un luogo questo, ancora capace di gratificarne l’esperienza visiva e sensoriale.

Renderlo partecipe di una visione nuova significa trasformare il significato stesso del suo guardare, in una nuova forma di dialogo fra sé e il museo. La consapevolezza della sua unicità lo porta a ragionamenti e coinvolgimenti altrimenti lontani dal consueto approccio ad un’opera artistica, riattivandola in nuove forme, attraverso ascolti, fotografie e parole scritte e condivise con il gruppo di lavoro.

Il laboratorio stesso si presenta come un legante tra il limite fisico dell’opera e la persona che la osserva.
Diventa un nuovo modo di accogliere.
Genera la consapevolezza di poter creare nuova arte superando il confine apparentemente invalicabile tra spettatore e l’autorevolezza dell’opera che si ha di fronte.

LA FOTOGRAFIA COME TESTIMONIANZA DI PRESENZA.


Proposta didattica/esperienziale dedicata a musei, gallerie, enti e fondazioni d’arte.

Scrivimi per avere maggiori informazioni su questo laboratorio.